Libri e Cultura

NOVITA’ IN LIBRERIA: IL SENTIERO DEL LUPO TOZZUOLO EDITORE. INTERVISTA ALL’AUTORE ROBERTO PATRUNO

Il sentiero del lupo edito da Francesco Tozzuolo è il nuovo lavoro che segna il ritorno nelle librerie dello scrittore pugliese Roberto Patruno. Nuovi scenari si prestano alla prolifica penna dell’autore che riesce a muoversi con narrazioni ogni volta diverse ma allo stesso modo avvincenti e coinvolgenti.

Colpisce dell’autore la cura nel forgiare un lessico mai banale pregno di termini forbiti  e perfettamente calibrati allo scopo descrittivo, il risultato finale è una lettura piacevole ed elegante.

Patruno si muove avendo l’esatta misura di ciò che il suo lettore affezionato ricerca e cioè una stimolante capacità analitica e nuovi elementi riflessivi che riescano a smuovere le corde dell’intimo sentire.

Ed è proprio tracciando Il sentiero del lupo che la vita può prendere una piega intimistica dove è possibile ricucire lo strappo con la natura e con la forza emotiva dirompente dello “Spirito della foresta”.

Roberto Patruno è uno scrittore pugliese che vive e lavora a Roma. Dopo una ricca e gratificante carriera in Marina Militare-Guardia Costiera che lo ha congedato con il grado di Ammiraglio nel 2001 ha potuto dedicarsi con passione e pienezza alla narrativa, sua grande passione, dapprima con la raccolta di racconti Una settimana balorda del 2014 passando poi attraverso i romanzi  L’amore malato (2013), Quartetto d’archi (2015), Nel nome di Allah (2018) e Thanatos (2020).

L’Ammiraglio in pensione Roberto Patruno è tutt’ora considerato uno dei massimi esperti in Europa nel campo della sicurezza nella navigazione e della protezione dell’ambiente marino.

Roberto Patruno questo suo ultimo lavoro prende luce dopo anni che hanno segnato l’intera umanità a causa della pandemia e della successiva grave instabilità internazionale in che modo gli eventi degli ultimi anni hanno inciso sulle motivazioni di questo suo nuovo libro?

Con questo romanzo sono al mio 6° lavoro che nasce in un momento non facile della mia vita, gli ultimi 4 anni, segnati dalla perdita di mia madre, da quella di mia sorella, dalla reclusione forzata dovuta alla pandemia e, infine, dal crescente senso di angoscia per il futuro dei miei figli in un mondo in cui gli uomini sembrano aver perso nozione di cosa significhi essere umani.

Anni che mi hanno portato a riflettere e a ricercare in me stesso il senso dei valori profondi, degli affetti, di un rapporto diverso con l’esistenza e con la natura, di cui tanto si parla ma per la quale si fa molto poco.

È così che nasce questa mia storia che vede come protagonisti principali da una parte un lupo e il suo territorio, il bosco del Faeto, e dall’altra Francesco, un uomo che ha scelto di vivere la sua terza età in una dimensione bucolica, fra i sassi di Murgia e la Daunia, terre antiche, a volte dure da coltivare, ma ricche di storia e di un fascino che ha un sapore magico.

Una storia che riscopre il valore delle piccole cose e il senso della bellezza, quella reale, quella di fronte alla quale ci viene meno il respiro.

Una storia positiva, quindi, malgrado il periodo difficile della sua gestazione.

Quali sono i motivi della scelta dell’ambientazione della storia, cosa l’ha spinta a raccontare due terre, la Murgia e la Daunia, così generose con chi le ama ma altrettanto aspre per chi non ne conosce i segreti?

Sono nato a Corato e ho vissuto la mia adolescenza a Taranto, fino ai miei diciotto anni, prima di trasferirci a Roma, dove ho completato i miei studi per entrare poi in Accademia Navale a Livorno e intraprendere la mia carriera militare in Marina.

Fino ai dodici anni, ho trascorso tutte le vacanze estive, da giugno a settembre, nella casa di campagna della mia famiglia, a pochi chilometri da Castel del Monte, il castello di caccia di Federico II, e dalla piana in cui ebbe luogo la “disfida di Barletta”. Quei mesi di vacanza nel bel mezzo di un territorio ricco di storia, di tradizioni e di leggende sono scolpiti nella mia memoria e restano i più belli della mia fanciullezza.

Là, con mio padre e mio zio che mi raccontavano storie di cavalieri, di caccia, di transumanza, seduti dinanzi al fuoco acceso la sera sull’aia, ho imparato a conoscere e amare quella terra. Quei sassi, gli antichi tratturi, i sentieri fra i campi coltivati e i pascoli, i muretti a secco, la piccola fauna selvatica, il falco pellegrino, i versi del cuculo e della civetta la notte, il cielo stellato non disturbato da alcuna luce, l’odore forte e dolce di quella terra millenaria, magica, immobile nel tempo, sono ancora parte di me. Rappresentano le mie radici.

Per questo ho deciso di ambientarvi la storia del mio romanzo, spostandomi leggermente a Nord, verso la Daunia, per esigenze del racconto: non vi sono lupi nel territorio di Castel del Monte.”

Mentre scriveva le vicende umane intime tra Francesco sua moglie Piera e Lupo ha messo in conto il rischio che potesse coinvolgere particolarmente il lettore amante della natura e degli animali distraendo l’attenzione del lettore meno ambientalista?

Il sentiero del lupo è una storia diversa da tutte le precedenti che ho raccontato.

Un libro per tutti, direi, anche se, per essere volutamente provocatorio, aggiungerei che “Il sentiero del lupo” non è consigliabile a chi:

non ama la natura e la vita selvatica, non ama la campagna e i sentieri nei boschi

non ama il falco, gli uccelli notturni, i piccoli roditori, non ama i lupi.

Ma forse, più correttamente, è proprio pensando a quest’ultima categoria di lettori che ho scritto questo libro, nella speranza che li porti a riflettere come, in una società globalizzata e dominata dall’attenzione per tutto ciò che è materiale e di scarso valore intrinseco, sia proprio nel riavvicinarsi al mondo della natura e alle cose semplici il segreto per ritrovare se stessi e il senso della vita.

Tutto qui, augurandomi che i miei lettori apprezzino.

Sinossi del Sentiero del lupo

Il bosco del Faeto, i monti della Daunia e gli antichi tratturi dell’alta Murgia sono i luoghi in cui Lupo e Francesco, protagonisti del racconto, conducono la loro esistenza. Entrambi sono parte integrante di un ambiente ancora incontaminato che affonda le sue radici in una storia millenaria di cui sono custodi il musicale silenzio della foresta e la magia delle notti stellate.
Lupo è un predatore. Deve occuparsi della sopravvivenza della sua compagna e dei suoi cuccioli. Lui è “Alpha” e il branco dipende da lui. Francesco è un marinaio che ha scelto di condurre l’ultimo ciclo della sua esistenza in una vecchia casa di campagna persa fra i sassi e i tratturi della Murgia ai piedi del Faeto.
Francesco e Lupo: le loro abitudini e i loro ritmi di vita hanno ben poco in comune. Non c’è niente ad unirli, salvo il loro appartenere ad un mondo antico e misterioso di cui entrambi, se pure in modi diversi, sono inconsapevoli interpreti.
Con il trascorrere del tempo è la sacralità dei luoghi ad avvicinarli e a far sì che, pur senza mai incontrarsi, riescano a stabilire un legame ricco di sensazioni profonde e di rispetto reciproco, fino ad arrivare a comunicare fra loro attraverso lo spirito della foresta. Come in una fiaba. Ma la vita è diversa. Non è fatta di favole…

Il libro Sentiero del lupo di R. Patruno è in vendita online sul sito www.francescotozzuoloeditore.it

Bari, 07/07/22

di Redazione