Politiche Regionali

PARITÀ DI GENERE, LA GIUNTA REGIONALE HA APPROVATO IL GENDER PROCUREMENT PER PROMUOVERE PIÙ OCCUPAZIONE FEMMINILE NELLE IMPRESE: PUGLIA SECONDA REGIONE IN ITALIA DOPO IL LAZIO

 

Lavoro, sviluppo e parità di genere sono sempre più connessi e soprattutto collegati ad una Strategia mondiale, europea e regionale che punta ad utilizzare le risorse del prossimo ciclo di programmazione per ridurre i divari. 

Il contesto non è dei migliori: il  tasso di occupazione femminile è simile fra Puglia e Mezzogiorno e mostra una leggera crescita tendenziale, posizionandosi ben al di sotto del tasso nazionale che si assesta al 53,8% nel 2019, contro il 35,6% della Puglia e il 35,8% del Mezzogiorno. Il divario pugliese è sempre superiore al 17,5% e raggiunge i 18,2 punti percentuali nel 2019.  In Puglia, il tasso di mancata partecipazione al lavoro è marcatamente femminile (38,7%) rispetto al tasso per gli uomini che si ferma al 24,2%, tendenzialmente in lieve decrescita dal 2013 al 2019 per entrambi i generi. Nell’ultimo anno, la mancata partecipazione al lavoro femminile è superiore di 14,5 punti percentuali rispetto a quella maschile.

La giunta regionale oggi ha approvato

con apposita delibera, gli indirizzi per l’introduzione del gender responsive pubblic procurement, un nuovo sistema introdotto a livello europeo e previsto dalla Agenda ONU 20/30 per promuovere la parità di genere come leva dello sviluppo economico sostenibile, una nuova responsabilità sociale rivolta alle imprese e al mondo del lavoro. 

L’atto elaborato dal gruppo di lavoro interassessorile sull’Agenda di genere con il Segretario generale della Presidenza, Roberto Venneri, insieme al dirigente della Sezione Raccordo al sistema regionale Nicola Lopane, 

propone l’introduzione di criteri e misure volti a favorire e promuovere la parità di genere nelle procedure di gara e gli appalti pubblici. 

Il Gender procurement è uno strumento introdotto dalla Commissione europea, nell’ambito dei cicli di programmazione, per favorire gli investimenti in parità. 

L’Introduzione del gender procurement è relativo agli appalti della pubblica amministrazione regionale – ad esempio anche quelli che saranno attivati con il Recovery fund – con punteggi che premino le imprese che mettono in pratica l’uguaglianza di genere nelle retribuzioni, nelle carriere, nel management attraverso l’individuazione di indicatori adeguati.

Al contempo saranno individuati una serie di criteri che richiedano alle imprese destinatarie degli investimenti concrete azioni a favore della parità in azienda, con specifiche milestone di miglioramento dell’equilibrio di genere nelle posizioni manageriali e di eliminazione del gender pay gap.

Il tema del Gender Procurement è un tema di particolare attualità in quanto inserito anche all’interno del PNRR come condizione premiale dei piani di sviluppo e riforma. 

“Siamo la seconda regione in Italia, la prima del Mezzogiorno ad introdurre un approccio innovativo alle politiche di programmazione – spiega Titti De Simone, consigliera del Presidente e coordinatrice dell’Agenda di genere – orientato al genere con l’obiettivo di sviluppare una nuova responsabilità sociale sulla parità, una leva formidabile per favorire la partecipazione delle donne ai processi di sviluppo sostenibile e all’innovazione e promuoverne la partecipazione al mercato del lavoro, sia nei settori produttivi ad alta concentrazione femminile sia in quelli innovativi ed emergenti. Si tratta non soltanto di garantire che tutti i cittadini, indipendentemente dal genere, possano ricevere servizi uguali, ma anche di aumentare l’efficienza e la qualità dei servizi stessi, incoraggiando i fornitori a sviluppare e offrire servizi che siano coerenti con gli obiettivi della parità di genere.”

Soddisfatti gli assessori Alessandro Delli Noci e Sebastiano Leo.

“Tutto il processo dell’Agenda di genere affronta in modo sistemico e integrato la questione della parità di genere nel campo del lavoro e dello sviluppo economico – spiega l’Assessore al Lavoro Sebastiano Leo – 

un’occasione storica per la Puglia, per far uscire i temi di genere dall’alveo delle politiche settoriali, a valenza prevalentemente dei diritti e della giustizia sociale, per portarli nel terreno che più dovrebbe essere loro proprio, ossia quello economico, dove lavoro e sviluppo economico insieme sono centrali” 

“Siamo orgogliosi – aggiunge l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci – di essere la seconda regione d’Italia ad aver approvato l’introduzione del gender responsive pubblic procurement, uno strumento innovativo per promuovere l’occupazione femminile nelle imprese. Abbiamo già sperimentato come il procurement sia fondamentale per promuovere lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi e siamo convinti che possa esserlo anche per la riduzione del gap di genere, stimolando sia la committenza che il sistema delle imprese a prestare attenzione all’impatto che le scelte organizzative e gestionali possono avere sulla dimensione di genere.

Il divario occupazionale, aggravato dalla crisi economica che ha colpito in altissima percentuale le donne durante la pandemia, necessita di misure concrete in grado di segnare un cambio di passo reale verso la parità di genere. Incentivando le imprese, vogliamo creare in Puglia un sistema che introduca elementi di equità tra lavoratori e lavoratrici e che, di conseguenza, favorisca la crescita sociale ed economica dei nostri territori.”

Nell’ambito quindi del quadro normativo europeo ed interno in materia di appalti pubblici, l’Amministrazione regionale si fa dunque promotrice della responsabilizzazione sociale degli operatori economici attraverso gli appalti pubblici, prevedendo l’inserimento in gara di criteri di aggiudicazione mirati e di condizioni di esecuzione del contratto specifiche che tengano conto di determinati aspetti sociali, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle donne, aumentare l’occupazione femminile, ridurre le discriminazioni economiche e retributive di genere, promuovere la partecipazione delle donne in ruoli apicali, favorire organizzazioni del lavoro family friendly e sostenere, così, l’affermazione del gender procurement nell’amministrazione.

I criteri sono su due livelli : 

a) I Criteri di aggiudicazione

Attraverso la previsione di “punteggi tabellari” è possibile valutare la qualità della struttura organizzativa del personale coinvolto nell’esecuzione della prestazione oggetto dell’appalto.

Un punteggio determinato può essere attribuito in presenza della certificazione di responsabilità sociale ed etica SA8000-2014 o equivalente. Si tratta dello standard accreditato, riconosciuto a livello internazionale, che risponde alle esigenze delle organizzazioni che vogliono distinguersi per il loro impegno nello sviluppo sostenibile, con particolare riferimento alle tematiche sociali, tra le quali figurano la lotta alla discriminazione e la parità di retribuzione.

b) I Criteri aggiuntivi

Con la previsione di criteri aggiuntivi, da applicare in presenza di offerte valutate come equivalenti, la Pubblica Amministrazione può introdurre la valutazione di criteri sociali che non siano strettamente connessi all’oggetto della prestazione, ponendo così obiettivi di più ampio respiro. In particolare, può essere valutata positivamente l’assenza, negli ultimi tre anni, di verbali di conciliazione extragiudiziale per discriminazione di genere di cui al D.Lgs. n. 198/2006, recante “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell’articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246”; l’assenza, negli ultimi tre anni, di una sentenza passata in giudicato di condanna al reintegro nel posto di lavoro della lavoratrice licenziata in violazione del divieto di licenziamento stabilito dall’art. 54 del D.Lgs. n. 151/2001; la presenza di politiche aziendali che favoriscono la conciliazione vita-lavoro (es. la flessibilità oraria, il ricorso allo smart working); la presenza di asili nido aziendali.

Sulla base di alcune esperienze già realizzate all’interno di contesti aziendali si individuano i seguenti elementi, come potenzialmente idonei ad orientare la valutazione:

– imprese che dimostrino di aver condotto periodicamente (con cadenza almeno annuale) un’analisi della popolazione aziendale e dei relativi fabbisogni, in termini di conciliazione vita-lavoro:

– imprese che abbiano attivato percorsi di formazione (specie se rivolti al management) finalizzati a sensibilizzare i vertici aziendali a considerare “la diversità come valore”, a costituire team multidisciplinari ed equamente composti tra genere maschile e femminile);

– imprese che abbiano introdotto misure “dirompenti”, quali i congedi obbligatori per i padri, il bonus gravidanza, l’estensione della durata del congedo obbligatorio, come misure finalizzate a migliorare il benessere organizzativo e il clima organizzativo all’interno dell’azienda, a scardinare gli stereotipi legati al genere, a favorire la redistribuzione del carico di cura familiare tra uomini e donne.

Il programma di lavoro prevede una pluralità di azioni, mappatura e raccolta delle iniziative di GRPP a livello nazionale, europeo ed internazionale, dei fabbisogni di prodotti/servizi innovativi nell’ambito delle 5 macroaree di intervento della Agenda di Genere regionale; la

realizzazione di una sperimentazione attraverso procedure Pilota (per un massimo di 3 procedure di affidamento), a partire dalla collaborazione con il Dipartimento Sviluppo Economico che ha proposto, nell’ambito dell’Agenda di genere – Macroarea di intervento 3. “Sostenibilità, Competitività e Innovazione” – due schede di Interventi ad hoc, “Gender Responsive Public Procurement” e “Gender Equality Mission”, collocati all’interno della Smart Specialization Strategy;

valutazione delle pratiche attuate (anche dalle Agenzie Regionali e/o altri Enti (Innovapuglia/SAR Puglia, Acquedotto Pugliese) al fine di raccogliere raccomandazioni operative; progettazione di Linee Guida per la redazione dei capitolati di gara e di indicazioni per le stazioni appaltanti, sulla scorta di quanto maturato nell’ambito della sperimentazione, al fine di rendere disponibili ed estendere anche ad altre procedure di affidamento criteri per una più ampia diffusione dello strumento, all’interno dell’amministrazione regionale e delle altre stazioni appaltanti operanti nel territorio; sviluppo delle competenze dei funzionari/ie addetti agli appalti nelle PAL in Puglia nel contesto della riforma normativa e delle pratiche acquisite nelle diverse azioni in cui si articola la Linea di intervento, anche attraverso un programma formativo e di accompagnamento mirato.

Il principale risultato atteso della misura regionale è rappresentato dall’adozione, entro il 2022, di un regolamento regionale, finalizzato ad istituzionalizzare, sul territorio regionale, l’approccio al procurement gender sensitive.

Bari, 28/07/2021

di Redazione