Economia e Lavoro

AGITAZIONI DEI COMMERCIANTI A BARI: CHIUDERE SENZA RISTORI ADEGUATI NE’ IDEE PER LA RIPRESA NON E’ LA SOLUZIONE

Era nell’aria da giorni. La frustrazione dei mesi scorsi di centinaia di commercianti ha lasciato il posto nelle ultime ore alla disperazione. Questa mattina, al grido di “Stop alle chiusure, vogliamo lavorare” centinaia di esercenti della provincia di Bari hanno bloccato la tangenziale in direzione Sud all’altezza della stazione di servizio <Dill’s>.

“Chiudere tutto e tutti” è l’appello dei titolari di partita Iva duramente provati dalle restrizioni. Durante la gestione della crisi emergenziale è apparso evidente fin da subito che le disposizioni elaborate dal Governo centrale avrebbero prodotto disomogeneità di trattamento colpendo particolarmente gli esercenti di servizi non essenziali.

la foto si riferisce alle manifestazioni indette a Bari dalle aziende del settore dello spettacolo in contemporanea al settore gestori giostre e circensi
Ph Saverio De Giglio

La creazione di un sistema binario di trattamento ha finito per esacerbare i commercianti che hanno dato fondo agli ultimi scampoli di pazienza. Sebbene la dimostrazione si svolga in toni pacifici e sotto il vigile controllo delle forze dell’ordine, circolano video che documentano la disperazione dei manifestanti.

Nelle stesse ore, intanto, la città si appresta a diventare palcoscenico di una ulteriore “forzatura pacifica” con la manifestazione indetta dall’associazione “La Formica”. In molti negozi è esposta la locandina che informa i clienti dell’apertura del 7 aprile. Rivendicano così il diritto al lavoro “i disobbedienti” che annunciano l’apertura subito dopo Pasqua.

L’iniziativa pugliese intercetta il movimento dei ” #io apro” partito dal Nord. Molte le regioni che per l’intera penisola aderiscono alle iniziative chiedendo con forza al Premier Draghi un ritorno alla zona arancione.

Anche se la risposta dovesse tardare ad arrivare e il Governo non dovesse disporre deroghe le saracinesche di molti negozi baresi forzeranno il sistema e si alzeranno. Il movimento del capoluogo di Puglia, che ha come promotore locale Nino Armenise, dello storico negozio di calzature, può contare sull’adesione di 150 attività e molte altre nell’intera Regione.

Nel frattempo anche il DL di aprile lascia perplessi i sindaci dei territori che si associano all’allarme sollevato dall’Anci.

Questo decreto giunge improvviso e i sindaci denunciano la mancanza, ancora una volta, di confronto con i comuni, le province e le regioni.

La svolta alla questione ristori non trova soluzioni serie scaricando su territorio e sistema di imprese tutti i rischi e i sacrifici. Per non parlare dell’assurdità di consentire viaggi all’estero, mentre bisognerebbe dare una prospettiva ai nostri operatori turistici, della ristorazione e della cultura.

Mancano poche semplici indicazioni ed il sostegno concreto attraverso la dotazione di strumenti speciali ai comuni per la tutela dei lavoratori e delle imprese del territorio.
I sindaci pertanto lanciano un appello alla Regione Puglia perché intervenga per mitigare certi prevedibili impatti di questo decreto sulle nostre comunità, già lungamente provate dalla pandemia.
Di questo passo finiremo per consegnare le nostre imprese alla criminalità e non sapremo per cosa usare i fondi del Recovery Plan, visto che non resterà molto da fare ripartire in estate.

Intanto, ci segnalano che alle ore 11,00 la manifestazione sulla tangenziale di Bari è rientrata e che il traffico ha ripreso regolare circolazione.

Bari 01/04/2021

di Redazione